Il Conto Termico è uno strumento di incentivazione istituito dallo Stato italiano per stimolare interventi volti all’efficienza energetica negli edifici e alla produzione di energia termica da fonti rinnovabili. A differenza delle detrazioni fiscali (es. Ecobonus), il Conto Termico prevede contributi a fondo perduto che rimborsano parte delle spese sostenute.
Nel tempo, il Conto Termico ha subito revisioni: la versione 2.0 (introdotta con il DM 16 febbraio 2016) è tuttora operativa per molti interventi. Tuttavia, con l’obiettivo di adeguare l’incentivo ai nuovi costi di mercato, ampliare la platea dei beneficiari e integrare tecnologie emergenti, è stato predisposto il Conto Termico 3.0, approvato in Conferenza Unificata il 5 agosto 2025.
Il decreto (DM 07/08/2025) è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 224 del 26 settembre 2025. La data di entrata in vigore è il 25 dicembre 2025 (trascorsi 90 giorni dalla pubblicazione), mentre il GSE avrà 60 giorni di tempo per aggiornare le applicazioni e le regole operative: la piena fruibilità è prevista per febbraio 2026.
Questo articolo esplora le principali novità, le modalità di applicazione e le implicazioni pratiche del Conto Termico 3.0.
Novità principali del Conto Termico 3.0
Il passaggio dalla versione 2.0 al 3.0 introduce elementi sostanziali di cambiamento, che impattano su chi può accedere, su quali interventi sono incentivabili, su come sono calcolati i contributi e sui limiti finanziari.
Dotazione finanziaria e coperture
- Il nuovo meccanismo dispone di un plafond annuo di 900 milioni di euro, suddivisi in 400 milioni per le pubbliche amministrazioni e 500 milioni per i soggetti privati (cittadini, imprese, condomini). (
- All’interno della quota per soggetti privati è previsto un tetto specifico: 150 milioni di euro per incentivare interventi da parte delle imprese su edifici di loro proprietà.
- Il contributo medio previsto è 65 % delle spese ammissibili, ma in casi particolari può arrivare al 100 % (ad esempio per scuole, ospedali o edifici pubblici nei piccoli comuni con meno di 15.000 abitanti).
- La misura mira a costituire uno strumento stabile nel panorama degli incentivi legati all’efficienza energetica, contribuendo agli obiettivi nazionali e comunitari di decarbonizzazione.
Ampliamento della platea dei beneficiari
Una delle innovazioni più rilevanti riguarda i soggetti che possono accedere agli incentivi:
- Oltre alle Pubbliche Amministrazioni e ai privati (cittadini, aziende, condomini), vengono inclusi nel novero dei beneficiari gli Enti del Terzo Settore (ETS) che non svolgono attività economica. Tali enti saranno trattati in molti casi come se fossero amministrazioni pubbliche.
- Si amplia anche la possibilità per le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) e le configurazioni di autoconsumo collettivo, che potranno accedere agli incentivi nei casi previsti.
- L’inclusione degli edifici non residenziali privati per gli interventi di efficienza energetica, che fino ad ora erano quasi esclusivamente destinati agli edifici pubblici, rappresenta un’estensione significativa.
- Le ESCo (società di servizi energetici) possono intervenire nei progetti, ma con limiti operativi relativi alla dimensione e complessità dell’opera.
Tecnologie e interventi innovativi ammessi
Il Conto Termico 3.0 reinterpreta e amplia la lista delle tecnologie e interventi ammissibili rispetto alla versione precedente. Le novità principali includono:
- Efficienza energetica negli edifici
Gli interventi già previsti dal 2.0 (come isolamento termico, sostituzione di infissi, schermature solari, sistemi di termoregolazione e building automation) restano validi, ma vengono aggiornati i massimali e le spese rimborsabili.
In più, non è più incentivabile la mera sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con caldaie a gas a condensazione, che era prevista (in certe condizioni) dal Conto Termico 2.0.
Inoltre, si potenziano gli incentivi per sistemi di controllo (termo-regolazione automatica, contabilizzazione del calore, building automation) che miglioreranno l’efficienza complessiva dell’edificio. - Produzione di energia termica da fonti rinnovabili e impianti ad alta efficienza
Anche in questo ambito sono previste novità:- Sostituzione degli impianti di riscaldamento con pompe di calore elettriche, geotermiche o ibride.
- Installazione di impianti solari termici (anche con raffrescamento solare) e scaldacqua a pompa di calore.
- Microcogenerazione da fonti rinnovabili.
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- Allaccio a teleriscaldamento alimentato da fonti rinnovabili.
- Fotovoltaico con accumulo è tra le grandi novità: sarà incentivato purché installato in abbinamento alla sostituzione dell’impianto di climatizzazione con pompa di calore.
- Colonnine di ricarica per veicoli elettrici, a patto che l’installazione sia contestuale alla realizzazione di uno dei suddetti interventi (es. sostituzione con pompa di calore).
Requisiti tecnici e limite degli importi
- Gli interventi incentivati devono rispettare requisiti tecnici minimi previsti dal decreto e dalle normative tecniche (es. efficienza del generatore, limiti di potenza).
- Le spese ammissibili e i massimali di costo saranno aggiornati per tener conto dell’inflazione e dei costi di mercato.
- Gli incentivi vengono erogati sotto forma di rate annuali costanti, per un numero di anni variabile in base all’intervento. Se l’importo complessivo dell’incentivo è ≤ 15.000 €, può essere erogato in un’unica soluzione.
- L’entità del contributo dipenderà da variabili come la tipologia dell’intervento, la zona climatica dell’immobile, la dimensione dell’impianto o dell’intervento.
Procedura e modalità di accesso
- Le domande dovranno essere presentate tramite il portale telematico del GSE entro 60 giorni dalla conclusione dei lavori (per i soggetti privati e altri casi).
- Le Pubbliche Amministrazioni possono prenotare l’incentivo prima dell’inizio dei lavori (se prevista dalle regole operative).
- Il GSE è incaricato di gestire e verificare le domande, controllare la documentazione tecnica e certificare che gli interventi siano conformi.
- Il decreto prevede procedure semplificate per tecnologie certificate e standardizzate, con minori oneri documentali per il richiedente.
Tempistiche, criticità e implicazioni pratiche
Entrata in vigore e passaggio operativo
Come già accennato, il Conto Termico 3.0 entrerà in vigore il 25 dicembre 2025. Dopo l’attivazione, il GSE avrà 60 giorni per adeguare il sistema informatico e le regole operative, rendendo operativa l’erogazione degli incentivi attorno a febbraio 2026. Fino a quel momento, rimane operativa la versione 2.0 per gli interventi già consentiti e i progetti avviati secondo le sue regole.
Questa fase di transizione è cruciale: i soggetti interessati dovranno tenersi aggiornati sulle linee guida operative, i moduli da compilare e i corsi di formazione eventualmente previsti.
Ritardi, pressioni e preoccupazioni da parte degli enti locali
In alcuni casi, i Comuni e gli enti locali hanno manifestato preoccupazione per i ritardi nell’iter di approvazione del decreto, ritenendo che possano compromettere la capacità degli enti locali di pianificare interventi di efficientamento energetico su patrimonio pubblico.
In particolare, l’ANCI ha sollecitato il Ministero dell’Ambiente affinché si acceleri il processo, anche per evitare che enti locali perdano risorse o opportunità di intervento.
Impatti attesi e potenziali criticità
Aspetti positivi attesi:
- Maggiore accessibilità agli incentivi, grazie all’ampliamento dei soggetti beneficiari e delle tecnologie incentivate.
- Incentivi più aggiornati alle condizioni di mercato, che tengono conto dell’aumento dei costi energetici e dei materiali.
- Incentivi integrati per solare + accumulo + mobilità elettrica, favorendo progetti complessi e sostenibili.
- Incentivi fino al 100% per opere pubbliche specifiche, facilitando l’efficientamento del patrimonio pubblico, specie nei piccoli comuni e strutture sensibili (scuole, ospedali).
Rischi e criticità:
- I tempi burocratici e il rispetto dei requisiti tecnici potrebbero rallentare l’effettiva attivazione dei progetti, specialmente per le PA meno strutturate.
- Il rispetto dei massimali e dei limiti di spesa può escludere interventi complessi o di grande dimensione se non ben dimensionati.
- La fase iniziale operativa potrebbe presentare intoppi tecnologici o interpretazioni diverse delle regole, che richiedono chiarimenti e adeguamenti da parte del GSE e del Ministero.
- I soggetti interessati dovranno prestare attenzione alla documentazione tecnica (certificazioni, dichiarazioni, prove) per non essere esclusi in fase di verifica.
Confronto con il Conto Termico 2.0
Alcune delle differenze più significative sono:
Aspetto | Conto Termico 2.0 | Conto Termico 3.0 |
Beneficiari | PA, privati, condomini | PA, privati, enti del Terzo Settore, CER / autoconsumo collettivo |
Interventi ammessi | Efficienza energetica e produzione termica da rinnovabili | Stesse categorie + fotovoltaico con accumulo + colonnine EV + teleriscaldamento + microcogenerazione |
Copertura media | 40-65 % | 65 % (e potenzialmente fino al 100 % per casi specifici) |
Plafond annuale | Plafond variabile, budget più contenuto | 900 milioni di euro annui |
Modalità di erogazione | Rate annuali | Rate annuali o un’unica rata se incentivo ≤ 15.000 € |
Procedura | Richiesta su portale GSE, verifiche tecniche | Stesse modalità con procedure semplificate per casi standard |
Il salto qualitativo del 3.0 è evidente in termini di ambizione e di allineamento agli obiettivi della transizione ecologica.
Esempi pratici e casi applicativi
Per meglio capire l’impatto pratico del Conto Termico 3.0, si possono considerare alcuni casi esemplificativi.
- Privato che sostituisce la caldaia con pompa di calore
Un cittadino decide di sostituire il vecchio impianto di riscaldamento con una pompa di calore ad alta efficienza per un edificio residenziale. Se l’intervento rientra nei requisiti tecnici e l’importo dell’incentivo è inferiore a 15.000 €, potrà ottenere il rimborso in un’unica rata. Se l’importo è maggiore, il rimborso sarà rateizzato su un numero di anni stabilito. - Installazione fotovoltaico + accumulo su edificio privato
Un’azienda di medie dimensioni decide di installare un impianto fotovoltaico con sistema di accumulo energetico, a condizione che contestualmente sostituisca l’impianto di riscaldamento con pompa di calore. In tal caso, potrà beneficiare dell’incentivo integrativo, coprendo parte sostanziale della spesa. - Comune che interviene su scuola pubblica
Un piccolo comune (< 15.000 abitanti) progetta una riqualificazione energetica di una scuola: isolamento, sostituzione infissi, impianto a pompe di calore e impianto fotovoltaico collegato in un sistema integrato. In queste condizioni, il contributo può arrivare al 100 % della spesa ammissibile. - Comunità energetica rinnovabile (CER) che beneficia dell’incentivo
Una comunità energetica composta da più edifici residenziali e un’immobile terziario decide di realizzare un impianto di generazione termica distribuita con pompe di calore condivise e accumulo, sfruttando la configurazione di autoconsumo collettivo. Potrà accedere ai contributi se le condizioni previste sono soddisfatte.
Questi casi dimostrano come il Conto Termico 3.0 favorisca approcci integrati e progettazioni energetiche complesse, anziché interventi isolati.
Consigli pratici per chi vuole partecipare
- Verificare la normativa operativa aggiornata
Prima di progettare l’intervento, è fondamentale consultare il testo del decreto DM 07/08/2025, le linee guida del GSE e i regolamenti operativi che saranno emanati. Le modalità attuative possono contenere specifiche tecniche dettagliate. - Assicurarsi che l’impianto e i componenti siano certificati
Il rispetto dei requisiti tecnici è cruciale per l’ammissibilità. Componenti certificati, dichiarazioni di conformità, schede tecniche e relazioni devono essere predisposti con cura. - Dimostrare la connessione tra tecnologie
Nei casi in cui l’installazione di fotovoltaico o colonnine EV è condizionata all’abbinamento con la sostituzione dell’impianto termico, è importante documentare chiaramente questo vincolo nel progetto. - Pianificare la domanda nei termini utili
Il termine di 60 giorni dalla fine lavori è stringente: occorre predisporre tutta la documentazione in anticipo per non rischiare esclusioni. - Coinvolgere figure specializzate
Affidarsi a professionisti esperti – tecnici, certificatori, ESCo – può evitare errori che potrebbero comportare l’inidoneità della pratica. - Valutare cumulo con altri incentivi
Verificare se il progetto può essere cumulato con altri incentivi (nazionali, regionali, locali), compatibilmente con le norme vigenti (es. Ecobonus, incentivi locali). - Monitoraggio e controllo post-intervento
È probabile che il GSE effettui controlli a posteriori: mantenere registrazioni, documenti tecnici, relazioni e prova dell’avvenuta realizzazione conforme è fondamentale.
Implicazioni strategiche e prospettive
Il Conto Termico 3.0 rappresenta un balzo in avanti nella strategia italiana di decarbonizzazione degli edifici e diffusione delle tecnologie rinnovabili. In un contesto in cui l’aumento dei costi energetici e la pressione normativa verso emissioni sempre più basse spingono verso interventi di efficienza, questa misura può essere un acceleratore importante.
- Favorisce progetti integrati (efficienza + generazione + accumulo), che hanno maggior impatto in termini di riduzione delle bollette e delle emissioni.
- Stimola la crescita del mercato delle pompe di calore, del solare termico, dei sistemi di accumulo e della mobilità elettrica, rendendo le tecnologie più diffuse ed economiche.
- Permette una strategia su larga scala anche per gli enti pubblici piccoli, favorendo la rigenerazione del patrimonio edilizio pubblico.
- Costituisce uno strumento utile nell’ambito dei PNRR, dei fondi UE e dei piani regionali di sviluppo energetico.