Sempre più Pubbliche Amministrazioni (PA) hanno affidato la gestione energetica dei propri edifici a soggetti terzi tramite contratti di gestione calore (spesso in forma di Servizio Energia o EPC – Energy Performance Contract). In questi casi, la figura dell’Energy Manager diventa non solo utile, ma strategica.
Se la vostra PA ha già un contratto attivo, nominare un Energy Manager il prima possibile può fare la differenza tra un affidamento passivo e una vera governance dell’energia pubblica. Ecco perché.
1 – PERCHÉ SERVE QUALCUNO CHE CONTROLLI DAVVERO
I contratti di gestione calore prevedono spesso impegni da parte dell’appaltatore in termini di risparmio, efficienza e qualità del servizio. Ma chi verifica che questi risultati siano reali? L’Energy Manager, con competenze tecniche e strumenti di monitoraggio, è l’unico in grado di leggere i dati, validare i risparmi e segnalare eventuali criticità. Senza questa figura, la PA rischia di pagare per un risparmio solo teorico.
2 – IL FORNITORE NON PUÒ ESSERE IL CONTROLLORE
È nell’interesse dell’appaltatore mostrare performance positive, ma non può essere lasciato solo a “valutare se stesso”. Serve un tecnico terzo, che rappresenti l’interesse pubblico e che sia in grado di dialogare alla pari con i fornitori, analizzare i report, chiedere chiarimenti e, se necessario, contestare. L’Energy Manager è il garante tecnico della PA. E la sua indipendenza è fondamentale.
3 – PERCHÉ I CONTRATTI SI POSSONO (E SI DEVONO) OTTIMIZZARE
Molti contratti di gestione calore sono lunghi, complessi e pieni di variabili: penali, clausole di revisione, obblighi di manutenzione e interventi migliorativi. Un Energy Manager esperto può aiutare la PA a capire se il contratto è equilibrato, suggerire correttivi, e negoziare modifiche migliorative a vantaggio dell’ente.
4 – PERCHÉ LA PA DEVE RESTARE PROTAGONISTA DELLE GESTIONE ENERGETICA
Affidare il servizio a un soggetto esterno non significa “abdicare” alla responsabilità energetica. Al contrario, la PA deve restare il soggetto strategico e decisionale. L’Energy Manager supporta questa visione, fornendo dati, scenari e suggerimenti alla direzione politica e tecnica dell’ente. In un’ottica moderna, la delega operativa non deve mai diventare cecità gestionale.
5 – PERCHÉ L’ENERGY MANAGER È UN INVESTIMENTO, NON UN COSTO
Molte PA temono che nominare un Energy Manager sia una spesa in più. In realtà, è un investimento che si ripaga facilmente. Un Energy Manager può:
Ogni euro speso per un Energy Manager torna indietro moltiplicato, sotto forma di risparmi, efficienza e tutela dell’ente.